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Per Aspera Ad Veritatem n.25
L’Atlante delle spie. Dall’antichità al “Grande Gioco” a oggi.

Umberto Rapetto e Roberto di Nunzio - RCS libri, Milano 2002



Sulla scia del successo editoriale conseguito dal volume Le nuove guerre, Rapetto e Di Nunzio tornano ad interessarsi dell’argomento intelligence, con un nuovo lavoro, anch’esso edito per i tipi della RCS libri, dal titolo L’Atlante delle spie.
Si tratta di un reference book, un libro di consultazione, di carattere spiccatamente divulgativo, come nel caso del precedente (vds. Per Aspera ad Veritatem, n. 22/2002, pag. 322) straripante di contenuti e di informazioni, presentati con stile giornalistico, incisivo, tenuti insieme da un filo di continuità solo apparentemente invisibile. All’interno dell’ ampio contenitore si intravede infatti un preciso messaggio culturale, che attraversa le tante pagine pure dedicate con competenza ai numerosi differenti risvolti concreti dell’informazione per la sicurezza. Messaggio che può in definitiva essere riassunto nell’intuizione di una rinnovata strategicità del lavoro di intelligence, un lavoro tuttavia antico, che appartiene alla storia millenaria di uomini e civiltà, e che in questa prospettiva va approfondito, studiato e proposto. Nella simbiosi tra una tradizione antichissima e l’esigenza permanente di vivere l’innovazione, si colloca, ci sembra di capire, lo spirito della riflessione dei due Autori, immersa nella necessità connaturata alla funzione di conoscere in anticipo per prevedere le manifestazioni di una realtà in rapidissima evoluzione. Avendo tutto questo ben chiaro, si dispone certamente di una bussola efficiente per navigare nel mare magnum delle informazioni che il lavoro di Rapetto e Di Nunzio rendono disponibili, e che nell’ottica sopra richiamata si estendono a campi assai interessanti e relativamente inesplorati, come quello dell’uso delle parole dello spionaggio e dell’utilizzazione delle spy stories in arti quali la letteratura, il cinema, i fumetti.
Proprio quest’ultimo aspetto, tra i tanti meritevoli di menzione, ci sembra particolarmente significativo segnalare al Lettore, non solo perché in gran parte nuovo e soprattutto ben curato, ma anche perché condotto oltre gli stereotipi di genere, per la chiara intenzione degli Autori di misurarsi con la portata culturale del fenomeno intelligence, cui non è evidentemente estraneo l’immaginario artistico. D’altro canto, è chiaro che l’intelligence, per un verso nient’altro che una delle attività istituzionali finalizzate alla cura di interessi vitali dello Stato-comunità, necessita, in relazione alle sue peculiarità di riservatezza e alla delicatezza degli interessi in gioco, di consenso e comprensione dei fini, indispensabili per garantire quel processo di condivisione coessenziale alla democrazia.
Un tale processo affonda in primis le sue radici in valori fondanti, che nei paesi liberi devono essere non solo tutelati e promossi, ma anche comunicati, e l’espressione artistica può essere al medesimo tempo rappresentazione di tali valori e specchio nel quale è possibile comprendere come la realtà affascinante dell’intelligence sia vista e trasfigurata nell’immaginario collettivo.
Si tratta insomma di un lavoro importante che, mentre riserva uno spazio di commento alla nostra Rivista, che con piacere registriamo, dedica la parte finale al vero e proprio atlante, che gli Autori rendono disponibili per i lettori, nel quale sono compendiate notizie sugli apparati di intelligence in vari paesi del mondo.



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